SABBA E GLI INCENSURABILI

Sabba incontra gli Incensurabili nel luglio 2010. Li unisce un obiettivo comune: l’utilizzo della musica come mezzo di denuncia.
Si parla di situazioni che vengono oscurate per fare spazio a cose ben più importanti per l’italiano medio: il Grande Fratello, la partita della nazionale, l’intreccio amoroso tra il V.I.P. di turno e la spogliarellista anonima che diventa celebrità tutto d’un tratto.
I testi di Salvatore “Sabba” Lampitelli, già voce e chitarra di Franco Del Prete & Sud Express, si sposano col sound che mettono insieme 4 musicisti con background molto diversi: un mix fresco e frizzante che la band riesce a trasmettere con l’energia e la rabbia di chi non vuole abbassare la testa di fronte ai silenzi e alla rassegnazione che stanno conducendo il Paese inesorabilmente alla deriva.
Nell’Estate 2011 registrano un primo Ep dal titolo “Sì, ma quanta gente porti?”, un monito alla situazione dei live della scena musicale indipendente in Italia. Il Lavoro ottiene grande interesse da pubblico e critica e viene susseguito da un tour ricco di date che tocca le principali città italiane. Nello stesso periodo calcano i palchi di 4 festival dedicati a band emergenti: “Emergenza Indie”, “Nano Contest”, “Musica e Libertà”, “Festival Pub Italia” risultando vincitori in tutte e quattro le manifestazioni.

I mesi a cavallo fra il 2011 ed il 2012 sono tempi di crisi per l’economia capitalistica globale e di rinnovamento nelle alte sfere direzionali delle politiche europee. In questo stesso periodo Sabba & Gli Incensurabili decidono di attendere il bivio “crollo o rinascita” del sistema civiltà negli studi di registrazione dove nasce il loro primo disco. Argomento principe è l’irriverenza nel raccontare le anime, i disagi e le ombre che si nascondono fra la gente comune; così nasce “Nessuno si senta offeso” (BulbArtWorks/Audioglobe). Dieci racconti che rappresentano estratti di vita di altrettanti personaggi del quotidiano: panettieri e impresari, donne gioiose, emigranti ed innamorati persi, sempre visti attraverso un occhio lungimirante, ficcante e con uno spirito umoristico che spesso sà di provocazione.
Il 14 Ottobre 2012 ricevono il premio M.E.I.“Rete dei Festival” ai Disco Days presso la Casa della Musica di Napoli come rivelazione nei festival del 2012 in collaborazione con il Mei (Meeting dell’Etichette Indipendenti).

SOGNO E SONO FESSO

Il secondo album di Sabba & gli Incensurabili ” Sogno e son Fesso” racchiude in sole dieci canzoni il diritto alla speranza di una generazione rinnegata dalle sue stesse radici e che, dopo vent’anni di silenzio, si ritrova a sostenere il peso di una storia a cui non sente di appartenere.
“Sogno e son Fesso” è il desiderio irrefrenabile di voler sognare comunque, anche nella consapevolezza che “potrebbe andare molto peggio di così” come si canta in Bang!, ritratto ironico di un uomo completamente schiacciato dalla crisi socio-economica del bel Paese tanto da scegliere come unica paradossale vittoria quella di sparare alla compagna. Ed è proprio la leggerezza e la freschezza dell’ironia la firma inconfondibile di Sabba & gli Incensurabili che permette di scivolare dentro ogni piaga di questa generazione ed uscirne con una nota di energia positiva nella volontà di non arrendersi, non come il protagonista di Chiamatemi Nerone che lascia i suoi sogni dietro il trono perché tanto “la storia questa storia la conosce già” e suona molto familiare anche a noi. Non è concesso di accomodarsi in questo album, neppure nelle voglie semplici e l’ha capito bene la voce di Ruby Sparks (la bambola) che nell’avere tra le mani ciò che esteticamente pare non avere difetti, si rende poi conto di quante altre sfaccettature possa avere la Bellezza; una Bellezza che viene cercata al limite della disperazione in Un Giorno Perfetto (feat. Giovanni Block) spesso identificandola anche solo nella semplice Libertà, una fuga dalla routine quotidiana e tutto ciò che ci svuota di ogni significato. “Le parole sono importanti!” gridava Nanni Moretti nel celebre “Palombella Rossa” e, riprendendo questa stessa frase, in Le parole sono importanti si canta e si suona con la collaborazione di Gennaro Porcelli, ex chitarrista dei Bluestaff e attualmente al fianco di Edoardo Bennato, della vanità del nostro tempo e di quanto si possa essere frivoli, nei pensieri e nelle parole, producendo così opere (in qualsiasi campo, particolarmente quello musicale) prive di sostanza, prive di passione e di un messaggio ultimo. Non mi fotti più riesce a tradurre la consapevolezza di essere sotto il controllo di poteri forti come la politica, i media, le mode del momento, in un grido di rivalsa, omaggiando delicatamente Rino Gaetano nel suono profondo del megafono “siamo in recessione, l’ha detto la Tv, arrivano i marines, ma poi non cambia niente, il Presidente nero, il Papa dolce e buono, non credere a nessuno, che non è colpa tua, tu scrivi le canzoni”. In Tre minuti di Celebrità abbiamo un ironico elogio a quello che, forse inconsapevolmente, cedono molti dei giovani talenti odierni nell’aspirazione di una fama più grande: la banalità, senza comprendere quanto siano intrappolati in quei soli tre minuti di celebrità avendo spento con un clic! il cervello. Una leggerezza, quella della banalità, che non da frutti, assai diversa dal Valzer Senza Peso che si presenta come una dolce danza della fantasia, una pausa dalla frenesia del mondo.
“Sogno e Son Fesso” può essere riassunto nella frase della canzone Per Resistere: “via dall’idea che non meritiamo di più”, perché l’album si propone di dare, di trasmettere a chi ascolta un motivo per andare avanti, oltre le proprie battaglie quotidiane, cercando di non accontentarsi di ciò che si ha come se non vi fosse possibilità di scelta. A modo loro, Sabba & gli Incensurabili hanno scelto di resistere con la Musica.